venerdì 27 dicembre 2019

VERSO UNA NUOVA PEDAGOGIA
Dal nuovo ambiente pietistico che si era generato, si generò di conseguenza anche una nuova immagine dell'infanzia. Rilevante fu il ruolo degli Herrnhunter, una comunità di seguaci di Halle e Spener, raccolta dal conte Zinzerdorf in Sassonia.
Il conte sosteneva il principio di libero sviluppo dell'individuo, credendo nella naturale gioiosità dell'animo infantile, con poche costrizioni e tanto gioco. La natura del bambino sarebbe innocente, pur redendo nella dottrina del Peccato Originale, che fu ripresa in seguito da Rousseau. La sua opera era mirata a una prevenzione ed educazione, che tenesse conto delle peculiarità dello spirito infantile.
C'era anche un'attenzione enorme per la cura medica del corpo, ma anche a quella psicologica, che andarono a mettere le basi per la pedagogia illuminista: è la scoperta dell'infanzia. Si può dire dunque che gli Harnhunter posero le basi per la pedagogia illuminista.

giovedì 26 dicembre 2019

UNA PEDAGOGIA RIGIDA
La pedagogia di Franke è a considerarsi molto rigida, che però va a contrapporsi sempre e comunque con l'attenzione alle capactà del singolo: la teroria appare bivalente e contrastante. Infatti, secondo lui, l'essere umano è radicalmente corrotto, ma può slavarsisolo mediante la Grazia el Signore. Inoltre ogni essere umano nasce con delle capacità, esse vanno coltivate, altrimenti si spreca il dono ivivno. Per questo ilmaestro è tenuto a rispettare le inclinazione di chi sta educando.
Proprio ai maetri, l'autore dedicò enormi attenzioni, componendo alcune opere, ad esempio i suoi Seminaria praeceptorum, dedicate unicamente alla loro formazione. Egli riteneva infatti che per insegnare bene una disciplina, un insegnante dovesse non solo conoscere bene la materia, ma anche sapere come farla apprendere .
FRANKE E IL PIETISMO
Nella seconda metà del Seicento sorse in Germania un movimento religioso, detto pietismo, che mirava a superare l'originario messaggio luterano.
Il fondatore fu Philipp Jakob Spener, che pose la sua attenzione sulla necessitàdi ottenere la rigenerazione interiore mediante una vera conversione.
Suo allievo fi August Hermann Francke, a cui si deve l'elaborazione vera e propria di questa pedagogia. Accortosi delle grandi ingiustizie e povertà della sua società, accolse i bambini orfani e poveri, aprendo per loro, nel 1696, un orfanotrofio che divenne presto il più grande e celebre di tutta Europa. Diede vita  a scuole differenziate per ceto e per genere, ma tutti impatavano a leggere, scrivere e far di conto, ma anche materie più auliche come le scienze, il latino, l'ebraico, le lingue moderne, ecc. Il programma era flessibile , ovvero i ragazzi potevano scegliere quali materie studiare e quali non, portando la'lunno ad un'ampia formazione, che spesso si concludeva con l'univerità.
IDEATORE DEI TESTI SCOLASTICI
Per facilitare l'apprendimento secondo natura, Comenio elaborò il primo libro didattico illustrato, l'Orbis sensualium pictus. Il volume si apriva con un dialogo tra maestro e allievo, in cui il maestro incitava il bambino a imparare la saggezza, mediante la capacità di comprendere la retta via.
L'ultima pagina era uguale alla prima, con l'esortazione da parte del maestro ad invocare lo Spirito Santo. L'andamento del libro era circolare: si apre e si chiude con Dio. La natura era rappresentata in modo organico e attento, che rimandava sempre e comunque a Dio.
Alla vista era attribuita una funzione fondamentale. il lettore trovava nelle immagini la raffigurazione di tutte le parole presenti nel testo.
In queste e in altre opere egli applicò concretamente il metodo della gradualità, spiegando agli alunni i concetti, partendo sempre dal concreto.
Comenio esercitò un profondo influsso in ambito protestante. La sua forte impronta religiosa venne però ben presto stemperata e la sua didattica fu spesso scissa dalla sua pedagogia..
L'EDUCAZIONE SECONDO NATURA
Per scrivere le sue opere principali, Comenio prese ispirazione da un altro autore a lui precedente: Wolfgang Ratke, il quale aveva elaborato un sistema empirista della conoscenza e della pedagogia, basata quindi sull'esperienza diretta e sull'importanza delle emozioni.
Comenio riuscì a coniugare l'empirismo di Ratke alla sua prospettiva saldamente religiosa, basata sull'attenzione alla natura. occorre iniziare dai sensi. L'intelletto è descritto cpme uno specchio interiore che riceve l'immagine della natura. Conoscere il rapporto che lega tra lororle rappresentazioni significa conoscere la causa delle cose.
L'ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
Dai sei ai dodici anni tutti i bambini frequentavano la scuola vernacola, ovvero la scuola primaria in volgare.Durante l'adolescenza, invece, si frequentava la scuola latina, che durava latri sei anni, in cui le stesse materie basilari, venivano insegnate in varie lingue. Infine c'era l'accademia, in cui i giovani raggiungevano finalmente la pansofia. 
Una peculiarità di questo tipo di istituzione era l'apertura anche alle donne, ai poveri e ai disabili, provvedendo ad aiutare chiunque si trovasse in stato di necessità.
PAMPEADIA E PANSOFIA: LA PROSPETTIVA PEDAGOGICA
Comenio aveva l'intento di insegnare tutto a tutti, ovvero far conoscere i principi fondamentali del sapere a tutti(pampeadia), perché tutti sono orientati alla salvezza e perché ogni persona va rispettata in quanto immagine di Dio. La cultura, in altre parole, viene considerata lo strumento per eccellenza di un rinnovamento completo della società.
Il sapere, secondo Comenio, si costituisce nell'unità fra teologia, filosofia e scienze, cioè una attraverso una  visione enciclopedica del sapere: la pansofia.
Scopo dell'educazione è quello di formare uomini saggi e buoni, capaci di superare le difficoltà della vita. La particolarità di questa pedagogia, sta nel suo essere pratica, affidando all'abilità del maestro la creazione di un rapporto con l'alunno. L'educazione doveva essere dolce, prestando molta attenzione al gioco e all'attività fisica.

COMENIO
Comenio viene considerato, nel contesto pedagogico, il maggiore esponente della pedagogia di base protestante, ma addirittura il fondatore della pedagogia e della didattica moderne.
La sua vita si svolse durante un difficilissimo periodo di guerre e carestie. Prorpio da questa disperazione egli prese ispirazione per creare una scuola universale, nella quale la virtù ha ruolo fondamentale. Per contrastare il male e il disordine, egli propose un grande progetto pedagogico, venato di misticismo e teso a restaurare la moralità mediante la diffusione del sapere e della virtù.
Il suo punto di vista pedagogico è ottimista. secondo lui il peccato originale non rende necessariamente l'uomo un peccatore. Egli credeva che i bambini fossero innocenti, e in quanto tali vanno rispettati dall'infanzia. L'essere umano portava in sé la luce della ragione e, come avevano scritto gli umanisti, è una sorta di microcosmo in cui si riflette la natura.
PEDAGOGIA
RIFORMA PROTESTANTE E ALFABETIZZAZIONE
La teologia luterana si affidava a una concezione dell'uomo pessimistica, secondo la quale il peccato originale avrebbe corrotto l'uomo.
Per i protestanti la responsabilità di salvezza dipende dai singoli, attraverso la parola di Dio depositata nella Bibbia. Infatti, allo scopo di fare conoscere a tutti, Lutero la tradusse in tedesco, e successivamente altri teologi esteri, nelle loro lingue madri.
Proprio grazie a questa traduzione, la Riforma produsse delle importanti conseguenze sul piano dell'alfabetizzazione. Inoltre, Lutero stesso sollecitò delle iniziative pubbliche per l'apertura delle scuole e si rivolse in modo diretto ai padri di famiglia con una predica su come dovrebbero istruire i loro figli.
La necessità che ogni persona leggesse direttamente i testi sacri , senza la, mediazione di un sacerdote, stimolò l'alfabetizzazione, iniziando il semialfabetismo.
Particolare importanza rivestono le scuole familiari: era compito dei genitori insegnare a leggere ai figli, per insegnarli la Bibbia, tramite un'educazione rigida.
LA CORRELAZIONE TRA TEMPO E SPAZIO
Le differenze tra modi culturali di percepire, rappresentare e correlare il tempo con lo spazio hanno suscitato grandi dibattiti e tentativi di spiegazione.
L'antropologo britannico Christofer Hallpike ha sviluppato una teoria analizzando due concezioni diverse di tempo: una operatoria e l'altra pre-operatoria. La prima mette in relazione tempo e spazio, mentre la seconda no, in base al contesto.
Questa concezione ha mosso teorie assolutamente contrastanti tra gli antropologi, che affermano l'impossibilità di una mancata esistenza di relazione tra spazio e tempo, prendendo come esempio la popolazione dei Rindi.
LO SPAZIO COME QUANTITA' E COME QUALITA'
Molte delle considerazioni fatte precedentemente sul tempo, sono fattibili anche sullo spazio.
Lo spazio, in questo senso, sembrerebbe avere spesso valenze qualitative che lo rendono diverso per significato agli esseri umani: molto spesso, infatti, i vari luoghi assumono importanza in base ai ricordi che vengono ad esso ricollegati
Per esempio la popolazione degli Zafimaniry, una popolazione di agricoltori del Madagascar centro-meridionale, considera i villaggi come storie passate delle loro famiglie, non come luogo fisico.

LE SOCIETA' A DOPPIO REGIME TEMPORALE
In molte società esiste una specie di doppio legame temporale: si tratta di società rurali  che sono state inglobate in sistemi di base urbana e commerciale. Esse hanno adottato, accanto alle tradizionali forme locali di scissione temporale, ance il sistema della società inglobativa.
Esse possiedono la concezione di tempo qualitativo, ovvero non qualificabile, legato strettamente ai ricordi e alle esperienze passate, in cui non esiste scansione o omogeneità temporale.
IL TEMPO SECONDO NILSON E MARX
Nel 1920, lo studioso svedese Nilsson, pubblicò un famosissimo libro riguardante il tempo nelle società primitive. Presso esse, il tempo sembrerebbe essere puntiforme: in queste società i riferimenti temporali on corrispondono.
Queste rappresentazioni temporali sono ovviamente diverse da quelle elaborate in una società in cui esse diventano scansione vitale: l'idea che il tempo abbia una scansione uniforme, misurabile, come quella della nostra società, non è universale: essa cambia in base alla necessità che effettivamente hanno le persone di avere o non avere una scansione.

Se Nilsson fondò i suoi studi sulle società primitive, diversamente fece Marx, che si concentrò su quelle moderne ed industrializzate. In questo contesto, la concezione del tempo fa s che esso sia misurabile, e strettamente legata all'attività di produzione. Secondo la teoria, questa concezione andò a sedimentare l'idea del tempo come denaro della società capitalistica: il tempo dedicato alla produzione di beni diventa una scansione a se stante e del tutto particolare.

TEMPO E SPAZIO: DUE CATEGORIE ELLA MENTE UMANA
In riferimento alla trasformazione delle cose e di se stessi, gli umani percepiscono ciò che chiamiamo tempo, mentre in riferimento al posizionamento del proprio corpo, percepiscono ciò che si chiama spazio.
Tempo e spazio, come affermò alla fine del XVIII secolo il filosofo Immanuel Kant, costituiscono delle istituzioni a priori universali e questa capacità percettiva rappresenta la funzione primaria della nostra attività mentale: senza di essa non si potrebbe dare forma al pensiero.
http://www.sunnybyart.com/artisticamente/salvador-dali-e-la-psicologia-del-tempo/
Da questa affermazione possiamo trarre delle conclusioni:
  1. non possiamo pensare al di fuori di un tempo e di uno spazio;
  2. tempo e spazio sono dimensioni costitutive di qualunque modo di pensare;
  3. tutti gli esseri umani hanno ben chiaro che esistono un prima, un dopo e un adesso.
E' interessante osservare, inoltre, come Emile Durkheim, che sia tempo che spazio siano invece istituzioni sociali: sarebbe lo stile di pensiero di una società a determinarne la definizione di tempo e spazio, in base al contesto in cui vive.
IL CASO BERLIN E KAY
https://www.tpi.it/gossip/come-lingue-scelgono-nomi-colori-2017070441870/
Alla fine degli anni Sessanti, due antropologi americani, Merlin e Kay, confrontarono le terminologie cromatiche presenti in ventisei lingue diverse. Accertarono così che il numero dei termini presenti in esse veniva a un minimo di due, a un massimo di undici.
Secondo la teoria in esame, più una cultura possiede diverse terminologie per esprimere un colore, più sono complesse e dunque meno arretrate.
E' emerso, inoltre, che non tutti vediamo gli stessi colori, ma cambiano in base al contesto e dunque alla percezione. Spesso il termine cromatico, addirittura, si lega alla conformazione dell'oggetto, alla sua fisicità.
LA CLASSIFICAZIONE DEL MONDO
Tutti i popoli possiedono una conoscenza più o meno ricca e complessa dell'ordine della natura. E tutti hanno una qualche teoria sul suo ordine e disordine. Gli antropologi si sono dedicati allo studio di questo argomento con il termine etnoscienza: lo studio di come le differenti culture organizzano le proprie conoscenze del mondo naturale.
Tali conoscenze e concezioni non sono casuali e frammentarie, ma possiedono gradi di sistematicità e di coerenza spesso notevoli.
Per esempio, i Waiwai, orticoltori dell'Amazonia considerano il fegato di certi animali, un vegetale. Di conseguenza permettono alle donne, il cui consumo di carne è proibito, di mangiarlo: così questo popolo aggira al tabù della carne e agli inconvenienti sul paino dell'alimentazione.
MEDIA E CULTURA
Dagli anni Settanta del secolo scorso in poi si è assistito a una grande diffusione dei media sulla scala planetaria. La televisione, in particolare, è diventata il maggior mezzo mediatico, grazie al suo carattere persuasivo nella vita delle popolazioni planetarie: è un mezzo culturalmente influente. Ciò significa che, con i suoi, messaggi, espliciti o no, orientano e modificano i comportamenti delle persone e la loro cultura.
Come osservò il sociologo canadese McLuhan ruota intorno all'ipotesi secondo cui i media pervadono i comportamenti indipendentemente all'informazione trasmessa. Come diceva lui: il mezzo è il messaggio. La televisione standardizza il linguaggio, ma ance gesti e modi.

mercoledì 11 dicembre 2019

L'IMPORTANZA DELLA SCRITTURA
La diffusione della scrittura a inciso fortemente sul modo di pensare degli esseri umani: al contrario di come si penserebbe, infatti, la scrittura favorisce l'astrazione del pensiero. Attraverso la scrittura si può addomesticare il pensiero, perché permette la riflessione sistematica sulle frasi e dunque la loro memorizzazione.
Dove non c'è la scrittura esistono altre techniche mnemoniche. Dove non esistono testi scritti ci si può affidare quasi solo alla parola. Si tratta di una parola che, per poter essere ricordata e trasmessa, deve fare affidamento su moduli mnemonici ripetitivi. Un effetto di questo modo di trasmettere la memoria è ce esso tende a produrre effetti omeostatici: tende cioè a eliminare ciò che non ha interesse per il presente.