domenica 29 settembre 2019

Risultati immagini per razzismoLE CONSEGUENZE DEL RAZZISMO
In conclusione, non è possibile tracciare distinzioni nette tra gruppi umani in base alla caratteristiche fisiche degli indivudui. La cosa migliore che si possa dire a proposito della nozione di razza umana  è che essa è il veicolo di stereotipi, cioè di giudizi deffusi accettati ma privi di valore e di fondamento.
LE RAZZE UMANE NON ESISTONO
Gli studiosi hanno così dimostrato che non si può parlare di razze umane.
Ciò si può fare con gli animali, poichè le razze, nel loro caso, sono state createper ottnere determinati vantaggi. Ma nella specie umana tutto questo non è mai avvenuto e non potrà mai avvenire. 
L'unica "razza", che si può attribuire all'essere umano è la costruzione culturale. 
Risultati immagini per antropologia e geneticaL'UOMO ANATOMICAMENTE MODERNO
La prima conferma sul piano genetico è quella che le differenze somatiche degli esseri umani siano piuttosto superficiali e recenti, poichè ognuno di noi discende dall'uomo anatomicamente moderno, ovver l'homo sapiens sapiens, che fu il primo ad acquisire il linguaggio articolato.
Nonostante ciò, può accadere che ci siano differenze genetiche molto più grandiu di quelle che ci sembra, ma ciò è unicamente dovuto al fatto che alcuni elementi di DNA sono più antiche, e quindi diverde, di altre.
ANRTOPOLOGIA
CIO' CHE CI DISTINGUE E CIO' CHE CI ACCOMUNA
Risultati immagini per antropologiaNonostante lìintensità crescente dei contatti tra le popolazioni del pianeta, la varità che caratterizza l'umanità attuale resta assai grande, come ad esempio l'aspetto fisico o la cultura. 
D'altro canto però, cioò che ci accomuna è ancora più grande. Come stabilì lo scienzato francese Lecrerc, alla metà del XVIII secolo, tutti i gruppi umani fanno aprte di un'unica specie, poichè tutti siamo in grado di produrre cultura. Inoltre i linguisti, nello stesso periodo, affermarono come le lingue del modno in realtà sono tutte simili, perchè eguagliate da una struttura linguistica ugualmente complessa.  
 Secondo gli antropologi, l'unico mezzo in grado di distingure scientificamente una popolazione da un'altra è lo studio del DNA
Risultati immagini per barnabitiI BARNABITI
I barnabiti, di origine milanese, rappresentarono per qualche tempo una piccola congregazione dedita alla predicazione della Parola di Dio e alle missioni poplari evangelizzatorie.
Nel 1666 anche i barnabiti elaborarono una loro Ratio: le scuole aperte nel XVIII avevano come scopo l'attenzione alla concretezza e alle innovazioni e  agli sviluppi tecnico-scientifici, con un categorico rifiuto delle punizioni corporali. Questa scuola era dunque molto attenta allo spirito del tempo e all'adattamento a quest'ultimo.
Anche i barnabiti si occupavano dell'educazione dei ceti medi e medio-alti. 
Risultati immagini per scolopiGLI SCOLOPI
Gli scolopi si aprirono all'insegamento dei ceti più alti: a Roma nel 1630 fu istituito il Collegio Nazareno. Il collegio originariamente accoglieva 12 alunni di grande ingegno, solo i più intelligenti ptevano riamanere insomma, e contava solo il loro merito e il loro andamneto scolastico.
Presto venne aperto agli allievi a pagamento e nel XVIII secolo il Collegio divenne simile a quello dei gesuiti e per il duo buon funzionamento venne adottata la Ratio Studiorum. 
PEDAGOGIA
ALTRE RATIONES. I SOMASCHI
Risultati immagini per somaschiLe direttive indicate nella Ratio Studiorum, furono talmente efficaci da essere utilizzate anche in altri orfini.
Il pirmo ordine che utilizzò la Ratio, fu quello dei somaschi, fondati con l'inoziale scopo di provvedere all'istruzione di bambini orfani e povero. Il fondatore fu Girolamo Miani.
In seguito i somasci fondarono collegi-convitti nelle città più piccolw, per rispondere alle esigenze della media borghesia locale, che cominciava a riconoscere negli studi e nella cultura uno strumento necessario alla propria affermazione economica e sociale.
LA SUBLIMAZIONE DELLE PULSIONI
Risultati immagini per psiche quadriNell'opera il disagio delle civiltà, Freud analizza il rapporto tra l'individuo e la civiltà: proprio questo dover stare in  una civiltà porta l'uomo ad essere per natura inflice. La civiltà implica infatti la rinuncia parziale alla soddisfazione delle pulsioni e questo patto sociale permette la crezione di una comunità sociale.
Questo processo di limitazione delle pulsioni viene detto sublimazione: le pulsioni libidiche, possono con la sublimazione, essere utilizzate per produrre qualcosa di socialmente utile, come arte, lavoro, , scienza, ecc.
Freud sottolinea più volte che ognuno deve trovare la propria strada veros la felicità e critica la religione, che la felicità la impone e nasconde in tutti i modi anche solo l'esistenza della tristezza.
La sublimazione è quindi il modo attraverso cui si sttenua il disagio: l'energia libidica è  inidirizzata verso una meta e un oggetto non direttamente sessuali, ma socialmente valorizzati.
Una teoria simile la possiamo ritrovare anche in Aristotele.
I LUOGHI DELLA PSICHE E LA CONFLITTUALITA' PSICHICA
Eros e Thantos sono, secondo Freud, in costante conflitto tra loro, e l'esito di questa lotta è imprevedibile.
Dopo la prima descrizione dell'apparato psichico, lo psicoanalista elabora una seconda topica dell'apparato psichico, in cui individua tre istanza: Io, Es e Super -Io, ovvere conscio, subconscio e regole sociali, rispettivamente.
Risultati immagini per eros e thanatosNell'individuo sano l'Io riesce a controllare l'Es, soddisfacendo in parte lle sue esigenze, senza violare gli impulsi del Super-Io. Tale equilibrio è fondamentale per la salute mentale dell'individuo.
L'Io svolge una funzione essenziale nello sviluppo, poichè guida il processo evolutivo individuale. Le abilità e competenze che l'individuo sviluippa sono il risultato della lotta dell'Io per dominare i conflitti psichici e i problemi che la realtà pone.
Le esperienze infantili hanno dunque un ruolo fondamentale in questa teoria. I meccanismi di difesa, di cui il più importante è la rimozione, hanno una grandissiama influenza sulla vita dell'individuo: emozioni o eventi rimossi continuano ad esercitare una pressione sull'inconscio, influenzando il comportamento e i vissuti del soggetto. 

mercoledì 25 settembre 2019

IL DUALISMO DELLLA PULSIONE
La svolta avvenne nel 1920, quando Freud pubblicò la sua opera al di la del principio di piacere. In quest'opera ipotizza che esistano due tipi di pulsioni originarie: le pulsioni libidiche, Eros, e le pulsioni di morte, Thanatos. Quest'ultime si manifestano con comportamenti autodistruttivi ed aggressivi.
Ciò che accomuna entrambe è la tendenza a ripristinare uno stato di equilibrio e scaricare l'eccitazione: Thantos però, lo fa attraverso il ritorno a un originario stadio inorganico che comporta l'annullamento delle tensioni.
Eros e Thanatos
IL PANSESSUALISMO
Per un periodo della sua vita, Freud sembrò distaccarsi dalla visione di un trauma all'origine della nevrosi.Ciò però non tolse che continuò ad attribuire al desiderio sessuale un ruolo centrale nelle relazioni umane, fenomeno che prende il nome di pansessualismo: sono le pulsioni libidiche a muovere il comportamento umano.

LE NEVROSI
Le nevrosi sono l'opposto delle fissazioni: l'individuo non soddisfa i suoi piaceri sessuali, li rimuove. Sia la perversione che la nevrosi sono però delle difese contro l'angoscia della castrazione.
Freud però, non definisce le perversioni come anormali: lo stesso bambino viene definito come perverso polimorfo, perchè trova piacere in modi diversi dal considerato consono.
E' qui che entra in gioco la relazione con gli adulti: l'educazione di quest'ultimi è fondamentale pe rl'apprendimento delle norme sociali legate alla sessualità.
REGRESSIONE, FISSAZIONE, PERVERSIONE
Ovviamente, il passaggio da uno stadio all'altro comporta una certa maturazione dell'individuo, implicando un certo sviluppo biologico e cognitivo; ciò però può non verificarsi in modo armonico: alcuni stadi del piacere possono non essere stati soddisfatta  pieno, costringendo l'individuo a regredire allo stadio di mancanza. Secondo Freud, sarebbe qui che si svilupperebbero le perversioni sessuali, come il feticismo, il masochismo o il sadismo, che portano l'individuo a trovare piacere in modi non considerati consoni dalla società.
LE FASI DELLA SESSUALITA'
L'energia libidica, ovvero l'energia psichica legata alle pulsioni sessuali, ha diverse funzioni biologiche, quali attenuare l'accumulo di energia provocato dallo stato di eccitazione.
Il bambino attraversa diverse fasi, che lo fanno matura psicologicamente e biologicamente, e che terminano con il raggiungimento di una genitalità adulta.
La prima fase (durante il primo anno e mezzo) viene chiamata fase orale, dunque la zona di piacere si trova in corrispondenza della bocca; la seconda fase (un anno e mezzo-tre anni) prende il nome di fase anale, dunque la libido si concentra nelle zone dell'ano: il bambino troverà piacere nel trattenere o nell'espellere; nella terza fase (3-6 anni), conosciuta come fase fallica, avviene la divisione tra maschio e femmina, ma in entrambi i casi la soddisfazione avviene tramite la manipolazione dei genitali. Ed è qui che si possono sviluppare varie sindromi come il complesso di Edipo, il complesso da castrazione o l'invidia del pene per le bambine.
successivamente i bambini passano un periodo di latenza (6-11 anni), in cui lo sviluppo della sessualità subisce una brusca interruzione. Con la pubertà si ha una riorganizzazione della sessualità e lo sviluppo della genitalità adulta, ovvero soddisfatta con la relazione con un partner.
IL BAMBINO E LA SESSUALITA'
Nei tre saggi sulla teoria sessuale Freud espone la sua concezione della sessualità e dello sviluppo individuale, ipotizzando che il bambino avesse pulsioni di tipo sessuale fin dalla nascita.
Non si tratta però di una sessualità di tipo genitale, quanto di ricerca di piacere, coinvolgendo varie parti del corpo ed è collegata a bisogni biologici dell'individuo.
L'EMERSIONE DI CONTENUTI LATENTI, DESIDERI, TRAUMI
L'analisi del sogno permette dunque di risalire ai contenuti latenti, consentendo di arrivare, attraverso le libere associazioni, a desideri inconsci e ai traumi infantili rimossi.
La pressione dell'inconscio per arrivare alla coscienza è ritrovabile anche in altre situazioni della vita quotidiana: quando dimentichiamo qualcosa, quando scambiamo una parola per un'altra(lapsus), quando perdiamo un oggetto, ecc.  riveliamo intenzione inconsapevoli, delle motivazioni inconsce.
IL LAVORO ONIRICO
La trasformazione del contenuto latente in contenuto manifesto avviene attraverso il lavoro onirico. Una delle tecniche usate è la condensazione, cioè il collegamento di elementi che nello stato di veglia risultano slegati.
Nel sogno non sono rappresentati in modo manifesto i contenuti più importanti: attraverso lo spostamento i contenuti che vorrebbero accedere alla coscienza sono sostituiti da  altri elementi. Nei sogni molti simboli che rimandano a uno psichismo, significano in realtà cose secondarie e non palesi.
IL SOGNO, RAPPRESENTAZIONE DELL'ANIMA
I sogni, le dimenticanze, i lapsus, sono elementi che la psicologia freudiana si preoccupa di attribuire sia all'individuo sano che  a quello psicotico, come elementi della vita quotidiana. Ed è al sogno viene  assegnato  un ruolo fondamentale per l'esplorazione dell'inconscio e con esso gli elementi prima elencati.
Durante il sonno diminuiscono le difese e la censura, che impedisce agli elementi rimosi di invadere la coscienza allentata. Il sogno è dunque il risultato di un compromesso: cerca di soddisfare i desideri inconsci seppure in modo allucinatorio, ma li trasforma per non renderli riconoscibili e farli accettare dalla coscienza.
L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI
Il testo che permise a Freud di emergere come studioso fu "l'interpretazione dei sogni", in cui l'autore pronuncia un nuovo modo di vivere la nostra umanità, non sottoposto a giudizi moralistici.
Emergono le  nuove tendenze di questo secolo, ovvero la separazione fisica dell'individuo dal suo tempo e spazio, la nuova ammissibilità della scarica istintuale, la forza esplosiva della sessualità e la costituzione di complessi mondi interiori, tutte racchiudibili all'interno della parola modernismo.

PROCESSO PRIMARIO E PROCESSO SECONDARIO
Freud, enunciò un'altra teoria: quella del principi primario e secondario.
Il processo primario riguarda l'attività psichica dominata dall'inconscio, tendente alla soddisfazione immediata dei desideri, ovvero bisogni istintuali inappagati. In neonato, per esempio, desidera soddisfare le sue pulsioni, ovvero il suo principio di piacere, in maniera immediata.
Nel processo secondario, invece, è dominato dal pre-conscio e dalla coscienza. L'attività dell'io, inibisce gradualmente le spinte naturali e la soddisfazione del desiderio: si adatta alla realtà, posticipando o annullando il desiderio. Prendendo ancora una volta come esempio il bambino, crescendo lui imparerà a governare i propri istinti.
IL RUOLO DELLE PULSIONI E DELL'INCONSCIO
Ciò per cui Freud è più noto è sicuramente l'analisi e lo studio delle pulsioni e di elementi inconsci, i quali influenzerebbero la nostra vita quotidiana e il nostro sviluppo psico-cognitivo.
Quest'epoca era ancora influenzata dal positivismo, che affermava come la mente fosse studiabile con l'indagine  scientifica, ma Freud andò in completo contrasto con questa affermazione: affermò che dietro a comportamenti apparentemente razionali, ci sono elementi di cui non siamo consapevoli che esercitano su di noi una grande forza.
L'inconscio sarebbe quindi una forza impersonale che dà origine a motivazioni e comportamenti, le cui radici vanno ricercate nell'infanzia.
LA PSICOANALISI COME CONCEZIONE ANTROPOLOGICA
Fu lo stesso Freud a dare un nome alla psicoanalisi, in quanto ne è il fondatore. Egli con questo termine indicava:
  • un procedimento per indagine di processi mentali;
  • un modo terapeutico per la cura delle nevrosi;
  • una disciplina scientifica, ovvero un insieme di teorie psicologiche.
La psicoanalisi costituisce quindi un modello teorico che propone un'analisi esclusivamente antropologica, nella quale vengono analizzati temi quali lIo, il rapporto tra individuo, società, cultura e religione.
PSICOLOGIA
PSICOANALISI E SOCIETA': DALL'IDENTITA' FAMILIARE ALL'INCONSCIO INDIVIDUALE
Sigmund Freud è stato un neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, fondatore della psicoanalisi, sicuramente la più famosa tra le correnti teoriche e pratiche della psicologia, nato nel 1856, in Austria.
Lo sviluppo del capitalismo industriale, con la separazione tra ambiente di lavoro e ambiente familiare, permise alla famiglia di organizzarsi in modo tale che gli individui si creassero una loro identità extrafamiliare, con progetti di vita autonomi e personali.
L'idea di un inconscio individuale elaborata da Freud rifletteva infatti i cambiamenti in atto sul piano economico e sociale in questo periodo. La teoria freudiana mette l'accento sulla particolarità di ogni esperienza umana per i singoli individui, dei vissuti, sulle dinamiche inconsce che influenzano lo sviluppo.
Molti teorici hanno sottolineato l'ambivalenza della teoria freudiana, criticandola: affermano infatti che essa non prenda in considerazione gli elementi di ordine sociale, politico ed economico che stanno alla base dello strutturarsi della vita personale. Freud, secondo molti, non ha saputo collegare le istanze di emancipazione presenti nella sua teoria alla condizioni storiche, sociali ed economiche.

lunedì 23 settembre 2019

I TRE CORSI
La Ratio studiorum prevedeva norme comuni per i professori e norme specifiche, a seconda della materia di insegnamento. Gli scolari erano distinti tra esterni e scolastici.
L'ordinamento degli studi stabilito dalla Ratio studiorum prevedeva tre corsi successivi, umanistico, filosofico  e teologico:
  • il corso umanistico, la cui frequenza di solito iniziava tra i dieci e i dodici anni, era il primo e si articolava in tre anni di grammatica, uno di umanità e uno di retorica. Lo studio dei grandi autori classici garantiva l'acquisizione della padronanza scritta e orale delle due lingue, particolarmente di quella latina. Questi cinque anni complessivi di studio costituiscono il modello su sui si sarebbe fondato il ginnasio.
  • il triennio si può paragonare al triennio del liceo classico. Autori importanti erano Aristotele e Tommaso d'Aquino. Gli allievi studiavano logica e fisica aristotelica, la cosmologia e la materia euclidea, la metafisica, l'etica e la psicologia filosofica.
  • il quinquennio successivo, detto di teologia, corrisponde a un corso universitario ed era riservato a chi voleva diventare membro dell'ordine e prevedeva  lo studio delle Sacre Scritture, dell'ebraico, della teologia morale e dogmatica. Autore importante era Tommaso, con la Summa Theologiae.
LA RATIO STUDIORUM
Già a Messina i gesuiti si interrogarono su quale programma scolastico fosse migliore e per stabilirlo non si limitarono a discuterne, ma avviarono una serie di sperimentazioni durate mezzo secolo.
Le proposte erano di volta in volta esaminate a Roma da un'apposita commissione, poi erano riprodotte in vari collegi. I risultati erano nuovamente discussi e la proposta veniva migliorata.
Fu così che nel 1599, dopo cinquant'anni di prove continue, finalmente i gesuiti giunsero a codificare nella Ratio atque institutio societatis iesu, il loro modello definitivo di studi. La Ratio studiorum costituì di fatto il modello indiscusso cui fecero riferimento anche gli altri ordini religioso ancora dopo il 1773. Esso era una vera e propria legge scolastica.
Gli inseganti, che spesso si avvicendavano data la mobilità dell'ordine, erano di varia provenienza nazionale. In tal caso, i gesuiti formarono per quasi due secoli i ceti dirigenti europei garantendo loro un curricolo uniforme e di alto valore.
I gesuiti avevano un quarto voto, la diretta obbedienza al papa, che consentiva loro di non dipendere dai vescovi.
Tutti i padri provinciali rispondevano al padre generale, che risiedeva a Roma.
Questa struttura era più agile di quella diocesana e consentiva grande movimento e rapidità d'azione.
La struttura era a priamide. Si può paragonare il rettore al preside, i prefetti a vicepresidi, il padre provinciale a un provveditore regionale e il padre generale al ministro.
UNA CONGREGAZIONE VOTATA ALL'INSEGNAMENTO
Emblematica, in particolare, è la vicenda della Compagnia di Gesù, fondata da Ignazio di Loyola. Lo scopo originario era quello di un'opera di cattolicizzazione del mondo, che prevedeva la riconquista a Roma delle aree passate al protestantesimo e la conversione dei popoli non cristiani.
Caratteristiche peculiari degli aderenti alla Compagnia, i gesuiti, erano la mobilità e la profonda cultura.
datala situazione di crisi delle università era opportuno aprire collegi appositi per  la formazione dei futuri membri dell'ordine.
Il collegio di Messina, aperto nel 1548 e diretto dallo spagnolo Jeronimo nadal, fu il primo nel quale si offriva il corso completo di studi anche ai giovani laici aristocratici.
IL CONCILIO DI TRENTO
Il timore che le dottrine conciliariste prendessero il sopravvento indusse il papato a temporeggiare di fronte alle richieste di riforma, fino a quando fu approvato il Concilio di Trento, nel 1545.
Il concilio si concluse con l'approvazione di una serie di decreti dogmatici e disciplinari, che riaffermarono la verità della fede cattolica, ristabilendo la saldezza della dottrina.
Il Concilio di Trento affermò che la sola fede non salva l'essere umano, ma occorrono anche le opere, dunque è necessario operare bene nel mondo: l'essere umano, quindi, coopera alla Grazia. La cultura non è fine a se stessa, ma va indirizzata al bene comune.
Di qui la grande azione educativa esercitata dalla Chiesa postridentina, con l'apertura di seminari per la formazione del clero. Occorreva dunque educare e moralizzare gli ecclesiastici e i laici: educare i genitori, i bambini, gli adolescenti, i poveri e i ricchi e i sovrani alle virtù cristiane.
Durante i decenni della Riforma cattolica sorsero novi religiosi, orientati principalmente all'educazione.
PEDAGOGIA
LA RIFORMA PROTESTANTE 
Per molto tempo si è pensato che tra Umanesimo e Rinascimento si fosse affermata una cultura già marcatamente laica, poi soffocata nell'età delle riforme religiose. La realtà però è molto più sfumata.
Le incertezze e le inquietudini degli intellettuali non penetrarono nel popolo, nelle campagne, dove c'era ancora una devozione semplice e basata sulle superstizioni.
Nella prima metà del Cinquecento l'Europa fu percossa da numerosi fermenti che miravano a moralizzare la cristianità.

sabato 21 settembre 2019

LA TIPIZZAZIONE
In aggiunta è necessario che le azioni abitudinarie avvengano nel contest di una relazione sociale, e che nella relazione sociale esse siano riconosciute come tali, cioè come azioni abitudinarie . 
Ciò che accade è allora la tipizzazione delle azioni, ovvero azioni riconosciute a livello sociale in quanto ognuno potrebbe compierle: un modello a disposizione di tutti.
La tipizzazione è la cristallizzazione di un certo comportamento per tanti individui. L'azione si svincola dalle scelte di una singola persona e finisce per standardizzarsi per un'intera collettività.

LA RIPETIZIONE
All'origine dell'istitulizazione vi è quella caratteristica particolare di tutto l'agire umano per cui esso è consuetudinario. In questo modo molte azioni diventano possibili con un basso livello di attenzione, dunque con un notevole risparmio di energie psicofisiche.
La ripetizione è insomma una sorta di surrogato del corredo di istinti che l'uomo a differenza degli altri animali, non possiede. Essa è parte di una "seconda natura" che l'essere umano deve costruire intorno a se per sopravvivere.
IL PROGRESSIVO CRISTALLIZZARSI DELLE RELAZIONI
Una delle caratteristiche peculiari delle relazioni sociali è la tendenza a cristallizzare e a ripetersi secondo schemi sempre uguali e simili.
Il progressivo irrigidimento delle relazioni sociali si chiama processo di istitulizazione e prendere questo nome perché è il processo che sta alla base della formazione delle strutture sociali stabili, dette istituzioni. Esso si basa su due fenomeni: la ripetizione e la tipizzazione.
LE FORME DELLA RELAZIONE SOCIALE
Anzitutto vi sono relazioni stabili e profonde e relazione momentaneamente superficiali, cooperative o conflittuali.
Alla base delle relazioni potrebbe quindi esserci amicizia o inamicizia, un rapporto di parentela o professionale, l'amore, la lotta, un ideale, un interesse di reciproco scambio oppure il caso, ed essi possono cambiare nel corso del tempo.
LA RELAZIONE
Quando però l'interazione si ripete o si prolunga nel tempo, essa comincia allora a produrre un certo contenuto stabile e tra gli individui coinvolti si forma una specie di legame. Il nostro comportamento non è più casuale ma sottostà a della attese.
Seguendo l'esempio di Weber definiamo il rapporto tra due o più individui che orientano reciprocamente le loro azioni come relazione sociale.
L'INTERAZIONE
Posto che l'azione sociale è quel comportamento umano che avviene in riferimento reale o presunto ad altri uomini, è naturale che essa sia di norma l'origine di un'interazione, cioè un sistema di azioni e reazioni reciproche.
AZIONE E REAZIONE
Allo stesso modo, è un'azione  sociale quel comportamento che forse non sortisce alcun effetto sulla società, ma che l'individuo compie credendo di suscitare determinate reazioni, effetti o risultati su altri individui.
Un'azione sociale è anche quel comportamento individuale che è a sua volta una reazione a ciò che riteniamo sia l'agire sociale prevalente, anche se si tratta solo di una nostra fantasia.
In generale, l'azione sociale è quel comportamento, sia di azione che di omissione, nella misura in cui esso si riferisce all'azione di altri uomini.
AZIONE E OMISSIONE
Max Weber definiva agire sociale l'insieme dei comportamenti dell'uomo che si riferiscono ad altre persone e azione sociale ogni singolo comportamento. Anche il tralasciare, cioè omettere di fare qualcosa costituisce un'azione sociale: la mia omissione ha in realtà coinvolto altre persone. I modi in cui il nostro comportamento può avere rilevanza sociale sono infiniti e spesso impensati.
LE STRUTTURE DELLA SOCIETA'
Si capisce, allora, che la società è un organismo strutturato, piuttosto articolato, composto di una moltitudine di forme intermedie di integrazione.
La società è sempre articolata in gruppi e organizzazioni. La presenza di molteplici e svariate forme di organizzazione è ciò che caratterizza il nostro vivere associato in quanto tale. Perciò uno dei primi compiti della sociologia è studiare il carattere strutturato della società in tutte le sue articolazioni.
SOCIOLOGIA
NOI E GLI ALTRI
Il rapporto che ciascuno di noi ha con la società è mediato da una serie di organizzazioni, gruppi sociali, istituzioni a cui apparteniamo o con cui entriamo in contatto.

mercoledì 18 settembre 2019

PEDAGOGIA
EDUCARE NELLA LIBERTA' -ERASMO DA ROTTEDAM
Erasmo da Rotterdam, in quest'opera, riassume le prospettive più importanti dell'Umanesimo pedagogico, cioè la libertà e la dignità dell'uomo e le cure verso i figli già nella più tenera età.
In questo testo, l'autore, si concentra sul tema della virtù e della razionalità umana, indicando i giusti metodi dell'insegnamento.

vivere secondo ragione

Gli animali, come le piante, vivono secondo natura e compiono ciò che è necessario alla loro sopravvivenza. Ma l'essere umano? Anche l'essere umano vive secondo natura, ma la sua natura è ben diversa da quella animale: la sua natura è la ragione e l'irrazionalità rappresenta il pericolo peggiore.
L'uomo è un animale razionale.

l'apprendimento della virtù
Ciò che verrà appreso più facilmente sarà allora la virtù, in quanto naturale. I genitori, insegando, non devono dunque intaccare la naturalezza della virtù educando i figli al vizio, cosa che risulta essere sempre più difficile.

i doveri verso i figli
Sta dunque ai genitori l'educazione dei figli, ma com'è possibile che loro non sappiano cosa devono fare per la crescita dei figli?
A loro viene dato un terreno vertile, e lo lasciano riempirsi di spine e rovi, contrariamente a quello che fanno gli animali, che invece dei cuccioli sanno come prendersi cura.
Se i genitori non pongono le basi della buona educazione di un figlio, la cultura risulterà inutile e controproducente a tratti.

il metodo di insegnamento
Qui entra in gioco il maestro. Poste le basi di una buona educazione genitoriale, sarà possibile l'apprendimento culturale.
Il primo passo verso un buon apprendimento scolastico è l'amore verso il professore: se il bambino ama le lettere in funzione del maestro, imparerà ad amare anche il maestro in funzione delle lettere.
Il professore si deve comportare come un genitore.
Tutti dovrebbero avere un'educazione: i ricchi dovrebbero aiutare i poveri a dare la possibilità di studiare ai loro figli.
Lo studio deve essere infine giocoso, perché l'infanzia è come una primavera!