La sociologia chiama burocrazia, l'insieme di principi organizzativi cui queste organizzazioni sociali si basano. La burocrazia no è un tipo di organizzazione, ma il modello a cui si ispirano sostanzialmente tutte le forme di organizzazione oggi esistenti.
Esistono diversi caratteri che contraddistinguono le organizzazioni burocratiche:
- una divisione stabile dei compiti: ciascuno compie solo alcune mansioni specializzate in funzione dello scopo generale che l'organizzazione intende raggiungere;
- un sistema razionale di competenze tecniche: il personale deve essere specializzato, ben organizzato e ben istruito;
- una precisa struttura gerarchica;
- la presenza di alcune aree di giurisdizione prestabilite che non vanno oltrepassate;
- un personale impiegato professionalmente e appositamente stipendiato, in base al ruolo che ricopre, non al contesto personale;
- un'etica dell'obbiettività: ogni caso deve essere trattato con estrema obbiettività.
Questi requisiti fanno si che la organizzazione lavori razionalmente, ovvero in maniera da ottenere gli scopi prefissati razionalmente e con il minimo impiego di energie: infatti si parla di razionalità rispetto allo scopo. Essa è l'architettura di una società che ha messo, in ogni ambito, il successo al vertice.
La burocrazia ha il pregio di potersi applicare a qualunque ambito, e come fisse Weber, l'unica alternativa alla burocrazia sarebbe il dilettantismo. Weber sopravvalutò però molto spesso i vantaggi di questo sistema: ci sono delle situazioni in cui l'applicazione di questo sistema no ha funzionato, come per esempio nei kibbutz, i Israele, o i gruppi self-help.
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