IL CONCILIO DI TRENTO
Il timore che le dottrine conciliariste prendessero il sopravvento indusse il papato a temporeggiare di fronte alle richieste di riforma, fino a quando fu approvato il Concilio di Trento, nel 1545.
Il concilio si concluse con l'approvazione di una serie di decreti dogmatici e disciplinari, che riaffermarono la verità della fede cattolica, ristabilendo la saldezza della dottrina.
Il Concilio di Trento affermò che la sola fede non salva l'essere umano, ma occorrono anche le opere, dunque è necessario operare bene nel mondo: l'essere umano, quindi, coopera alla Grazia. La cultura non è fine a se stessa, ma va indirizzata al bene comune.
Di qui la grande azione educativa esercitata dalla Chiesa postridentina, con l'apertura di seminari per la formazione del clero. Occorreva dunque educare e moralizzare gli ecclesiastici e i laici: educare i genitori, i bambini, gli adolescenti, i poveri e i ricchi e i sovrani alle virtù cristiane.
Durante i decenni della Riforma cattolica sorsero novi religiosi, orientati principalmente all'educazione.
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