sabato 14 marzo 2020

ANTROPOLOGIA
LA PAROLA COME FORZA CREATRICE
Per gli aborigeni australiani, la loro terra era tutta segnata da un intrecciarsi di «Vie dei Canti» o «Piste del Sogno», un labirinto di percorsi visibili soltanto ai loro occhi: erano quelle le «Impronte degli Antenati» o la «Via della Legge». Dietro questo fenomeno, che apparve subito enigmatico agli antropologi occidentali, si cela una vera metafisica del nomadismo. Questo ultimo libro di Bruce Chatwin, subito accolto con entusiasmo di critica e lettori quando è apparso, nel 1987, potrebbe essere descritto anch’esso come una «Via dei Canti»: romanzo, viaggio, indagine sulle cose ultime. È un romanzo, in quanto racconta incontri e avventure picaresche nel profondo dell’Australia. Ed è un percorso di idee, una musica di idee che muove tutta da un interrogativo: perché l’uomo, fin dalle origini, ha sentito un impulso irresistibile a spostarsi, a migrare? E poi: perché i popoli nomadi tendono a considerare il mondo come perfetto, mentre i sedentari tentano incessantemente di mutarlo? Per provare a rispondere a queste domande occorre smuovere ogni angolo dei nostri pensieri. Chatwin è riuscito a farlo, attirandoci in una narrazione dove i personaggi, i miti, le idee compongono un itinerario che ci guida molto lontano.


Anche nelle società di oggi, la sfera della parola, sia scritta che tramandata oralmente, esercita una grande influenza nella vita di tutti i giorni. Prendiamo ad esempio la sfera reigiosa, sociale e civile e personale.
Partendo da primo caso, tralasciando il fatto che una persona possa essere credente o meno, è facile notare come la religione possa influenzare molto la vita degli individui: le preghiere, prima scritte e poi recitate oralmente, sono di grande importanza per chi crede, poichè avvicinano alla divinità venerata. Le preghiere rappresentano un modo per "parlare con Dio", e possiamo dunque dedurre come la sua essenzialità per il religioso. Queste forme di comunicazione aiutano la persona a confidarsi a sperare in qualcosa, che è l'intero scopo dela reigione stessa.

 Nella sfera sociale e civile la parola rappresenta il mezzo di iterazione essenziale: sia scritta che orale, sia completamente dipendenti da essa per poter vivere e interagire con gi altri. Possiamo pensare ad esempio alla comunicazione mediatica via messaggio, oppure alla comunicazione verbale che tutti conosciamo.
Nella sfera intima invece, lo scrivere o il leggere parole appunto scritte, aiutano a creare una dimmensione introspettiva e a conoscere l'individuo stesso. E allo stesso modo la comunicazione orale con se stessi, il pensare su se stessi, aiuta a processare e capirsi nel profondo.

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