mercoledì 25 marzo 2020

LA DEVIANZA
Quando un individuo o un gruppo viola una norma scoiale, si parla di devianza.
Normalmente la collettività emette delle forme di punizione dei comportamenti devianti, mirate a far si che essi non si ripetano e non si diffondano. Questo tipo di punizione è detto sanzione, ed è proporzionale a danno fatto, generalmente. La sanzione può essere di tipo giuridico, ma anche informare, quando ad esempio si viene esclusi da un dato contesto sociale.
Dal punto di vista sociologico, non esistono comportamenti veramente devianti: un comportamento è deviante solo in relazione a delle norme stabilite dalla società: deviare significa infatti, in modo molto semplice, cambiare rispetto alla maggior parte della popolazione. 
Il concetto di devianza è un concetto osservativo, poiché si imita a esprimere a constatazione che quel certo comportamento non segue la stessa linea del resto delle persone. Non esistono comportamenti buoni o cattivi, ma solo conformi o non conformi ad una data norma sociale obbiettiva. Infatti ogni sistema di norme ha le sue devianze e non è altro che il prodotto di determinati eventi storici.
Emile Durkheim, sociologo e antropologo francese, sostiene che la devianza non sia una caratteristica di un certo comportamento, ma dipenda fondamentalmente dal significato e dalla definizione che una comunità dà a questi atti. Quindi un comportamento deviante dipende dal contesto socioculturale in cui questo si manifesta: un atto può essere malvisto all’interno di una società, mentre in un altra può essere addirittura considerato positivamente.
Possiamo quindi parlare senza indugio di una concezione relativistica della devianza, che è stata sostenuta dai teorici delle scienze sociali negli ultimi decenni.

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