Fino ad adesso, la concezione generale dell'infanzia è stata pressoché negativa, ma l'attenzione rivolta alle famiglie e alla crescita dei figli, portò la società a sviluppare un sentimento d'infanzia: i bambini vennero considerati, da questo momento in poi, persone dotate di significato proprio, non oggetti biologici e basta.
Il sentimento d'infanzia è un'espressione di un cambiamento dalle radici profonde. Con la nascita del sentimento della famiglia essa e riconosciuta come un valore non solo economico, ma anche come legame che unisce genitori e figli.
Esso ha un riverbero anche di carattere sociale con maggiore attenzione all'efficacia dell'educazione, considerata come possibilità da una parte di dare ordine a fenomeni giudicati socialmente negativi e dall'altra di accrescere la sollecitudine per un essere che appare debole e indifeso e per questo meritevole di cura.
L'educazione dell'infanzia moderna andò così via via perdendo le caratteristiche dell'irregolarità e dell'occasionalità e si strutturò entro regole.
Queste vicende s'intrecciarono con la preoccupazione che fin dall'infanzia si agisse nel senso di disciplinamento sociale. Dunque il bambino diventa oggetto dell'azione mirata di filosofi, politici ed ecclesiastici.
Le nuove sensibilità verso l'infanzia e l'esigenza di disciplinare i comportamenti sociali a partire dalla più tenera età produssero sul piano pedagogica una duplice conseguenza:
- un approccio alla crescita infantile caratterizzato da regole ben precise e collaudate;
- l'avvio di iniziative concrete che cominciarono a concepire l'infanzia come un'età da curare, amare e valorizzare, non solo da reprimere.
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