venerdì 10 aprile 2020

COME APPRENDE EMILIO
"Vi è una sete di conoscenza che si fonda soltanto sul bisogno di essere considerati dotti, ne esiste
un’altra che nasce dalla curiosità naturale dell’uomo… il principio originario della curiosità è il
principio naturale del cuore umano che, però, si sviluppa solo in proporzione alle nostre passioni e
ai nostri lumi.”
Bisogna escludere dal sapere quelle conoscenze che non provengono dal desiderio naturale,
limitandosi invece a quelle che l’istinto spinge a ricercare. In questo paragrafo Rousseau riprende
l’importanza della geometria, già analizzata nel secondo libro (e da Platone ne “la Repubblica”), in
cui l’osservazione e la riproduzione delle forme permette di passare dalla necessità all’utile.
Una nuova didattica che parte dall’esperienza
Pochi anni prima il pedagogo si è limitato a insegnare al fanciullo solo ciò che lo riguardava
immediatamente, mentre ora si spinge oltre; questo progresso deriva dallo sviluppo delle forze e
della mente. Durante il periodo di debolezza, la necessità della conservazione concentra l’interesse
all’interno dell’individuo, mentre in quello di potenza, egli si spinge oltre la realtà che lo circonda,
rimanendo però il pensiero della mente ancora limitato allo spazio che si può vedere e misurare.
Nel passaggio dalle idee sensibili a quelle mentali, la mente, nelle sue operazioni, deve essere
ancora guidata dai sensi: le uniche fonti di conoscenza devono essere la natura e i fatti
. Emilio
deve essere abituato ad osservare attentamente i fenomeni naturali, solo così diventerà curioso;
per alimentare la curiosità, non bisogna affrettarsi a soddisfarla. Quando egli vede un nuovo
oggetto, lo esamina a lungo riflettendo senza dir nulla e, solo quando è assorto nello studio di
quanto ha davanti, gli si può porre qualche breve domanda in modo da avviarlo alla soluzione.
Circa l’insegnamento della geografia, bisogna iniziare col mostrare direttamente la realtà. Il
fanciullo si limita a scorgere gli oggetti poiché non è ancora in grado di elaborare relazioni mentali
di questi; egli non può ancora comprendere i discorsi complessi della poesia e dell’eloquenza,
perciò è necessario continuare ad essere chiari e semplici
. In modo da abituare il ragazzo ad essere
attento, la ricerca della soluzione ai problemi deve continuare per un po’ di tempo, prima di
scoprirla. Se l’allievo pone una domanda (dove passa il sole da quando tramonta a quando sorge?)
bisogna chiarirla con un’altra (osserva come passa da quando sorge a quando tramonta tramite
l’osservazione): questa è cosmografia, non si necessitano di carte globi o sfere, basta dimostrare
un oggetto partendo dall’osservazione. 
L’uomo aspira alla felicità, ma per poter essere tale deve conoscerla: questa consiste nel non
soffrire e le condizioni che lo portano al benessere sono la libertà, salute e lo stretto necessario. Il
fanciullo è interessato solo da oggetti fisici; quando egli diventa abile nel prevedere il bisogno
prima che questo appaia, inizia a conoscere il valore del tempo e il maestro deve quindi guidarlo
nell’impiego in qualcosa di utile per la sua giovane età. Non bisogna forzare Emilio ad andare oltre
a ciò che può comprendere: diventerà altrimenti dipendente da un’altra persona in grado di
guidarlo ovunque. Una volta che il ragazzo avrà compreso il significato della parola “utile”, gli si
potrà insegnare man mano l’utilità di ogni cosa, tramite la domanda “a che serve ciò?”. Emilio
imparerà velocemente a porre di frequente questa domanda di fronte a quanto il precettore gli
chiederà di fare, e se quest’ultimo avverte la difficoltà nel rispondere, capendo che egli vuole
semplicemente trarlo in inganno, non dovrà rispondergli. Non è compito del maestro proporre al
fanciullo quanto deve apprendere, ma deve essere quest’ultimo a desiderare cosa imparare; il
primo dovrà collocarlo nelle condizioni adatte all’apprendimento. Inoltre, non è importante che
Emilio impari una cosa piuttosto che un’altra, ma deve capirla bene, così come la sua utilità. Anche
se vicino all’adolescenza, non bisogna accompagnare l’insegnamento con discorsi difficili perché,
se il fanciullo non li comprenderà, distoglierà l’attenzione impiegandola su altro; bisogna rendere
una prova, adatta alle sue capacità. Riporta in esempio il momento in cui Emilio si rese conto
dell’importanza dell’astronomia: il maestro e l’allievo si erano persi dopo una passeggiata e al
posto di dare a lui la soluzione, Rousseau sprona il fanciullo a raggiungerla in autonomia. Per farlo
utilizza la posizione della foresta a nord di Montmorency, osservata qualche giorno prima, le
osservazioni fatte precedentemente di luoghi vicini e i punti cardinali. Questo esempio sottolinea
la differenza tra il metodo rousseauniano e quello tradizionale: gli insegnamenti, come quello della
geografia e dell’astronomia, devono essere considerati utili dall’allievo ed è quindi necessario
partire dall’esperienza concreta, così da comprendere l’importanza di alcune nozioni astratte
come il movimento del sole e i punti cardinali.
Al precettore verrà naturale dire ad Emilio che i suoi insegnamenti gli saranno utili, ma non riuscirà
nel proprio intento se non sarà capace di convincerlo totalmente; egli deve mostrare al ragazzino
solo ciò che può vedere, e non appena Emilio sarà capace di ragionare, il pedagogo stesso non
dovrà fare paragoni con altri ragazzini, ma confrontarne le capacità attuali con quelle del passato,
in modo da spronarlo a migliorarsi.




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