sabato 25 aprile 2020

GAAETANO FILANGERI
Gaetano Filangieri risolve i problemi dell’educazione nei suoi molteplici aspetti nel quarto libro della sua più celebre opera: “Scienza della Legislazione”pubblicata a Napoli fra il 1780 ed il 1788.
Essa rappresenta l’opera, più importanti a livello nazionale ed internazionale pubblicate nel Settecento per quanto concerne la pedagogia. Essa rientra nel quadro di quel complesso di riforme e di studi pedagogici  che caratterizzarono il Regno di Napoli nella seconda metà del sec. XVIII. Il contro delle discussioni è rappresentato dal dilemma riguardo se convenisse affidare il compito di educare alla iniziativa privata o se fosse preferibile demandarne la cura allo Stato.
Alla base di ogni dibattito era di pragmatica il riferimento all’”Emilio” e al “Contratto sociale” di Rousseau, opere dalle quali, fin dalla loro pubblicazione nel  1762, ogni uomo era toccato incondizionatamente. 
Nella introduzione dell'opera l’autore si propone di elaborare un'opera di sette libri:il primo sulle “regole generali della scienza legislativa”; il secondo sulle “leggi politiche ed economiche”; il terzo sulle “leggi criminali”; il quarto su “l’educazione, i costumi e l’istruzione pubblica”; il quinto sulla “religione”; il sesto sulla “proprietà”; il settimo sulla “patria potestà ed il buon ordine della famiglia”. Il quarto libro fu l’ultimo pubblicato per intero, nel 1785; del quinto fu pubblicata postuma solo una parte; degli ultimi due si conoscono le brevissime sintesi che l’autore ne dà in un “Piano ragionato” che ritenne di dover premettere alla pubblicazione dei primi due libri “per la molteplicità degli oggetti che riguarda quest’opera”: Al centro della sua opera c'è infatti l'idea che l'istruzione sia soprattutto una questione di politica ed etica.
Fondamentali per l'autore erano la  “conservazione” e la “tranquillità” intendendo con tali termini indicare la libertà, la facilità, raggiungibili tramite la pedagogia e l'istruzione.
Il Filangieri era convinto che una radicale riorganizzazione del diritto sulla base di tali principi generali avrebbe determinato una “pacifica rivoluzione” destinata ad assicurare la felicità ai popoli sotto la guida di sovrani illuminati. La virtù non poteva essere che il prodotto di molte altre forze: l’educazione era considerata come prima di queste forze richiamava le prime cure.
Dunque l'obbiettivo dell'autore era quello di rendere il cittadino responsabile ed in grado di partecipare alla vita politica, processo che iniziava nella fanciullezza ma si completava in età adulta. L'educazione non si doveva limitare solo alle aule, ma doveva passare attraverso la palestra, i giornale e i libri: in tal modo l'individuo avrebbe potuto fondare un suo ideale personale e una propria capacità critica.
Generalizzando, possiamo dire che la sua idea pedagogica era quella di istruzione unitaria, che doveva passare attraverso l'educazione pubblica, l'educazione dei costumi e l'istruzione pubblica.

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