IL PIANO DELLE RIFORME
Secondo l'autore, tutti dovevano poter favorire di un'educazione: era duanque a favore con l'introduzione della scuola pubblica. Inaftti ognuno aveva il diritto di ricevere un'educazione quanto meno basilare e se poi si fosse trovato nelle condizioni adatte dal punto di vista economico avrebbe potuto accedere ad un gradino più elevato. Ma la prima forma di educazione doveva essere accessibile ed obblicatoria a tutti. Poneva però una distinzionie tra ricchi e poveri, anche nel contesto elementare, in quanto nella sua ottica era più realista: dopotutto era così anche sul piano politico, e ricordiamo come politica ed istruzione erano legate nella sua ottica. I più ricchi andavano a scuola in collegi privati, mentre i più poveri nelle scuole diurne a carico dello Stato.
Una volta adempito all'obbligo scolastico, si passava all'educazione dei costumi, poiché era convinto che solo con la trasformazione complessiva della moralità pubblica avrebbe potuto nascere una nuova idea di cittadinanza. L'importanza di questo passaggio non era attribuita alla religione ma alle leggi.
Per chi lo desiderasse, c'era infine l'istruzione pubblica, che comprendeva le università, le accademie delle belle arti e la stampa, per favorire la nascita di scoperte scientifiche e la loro divulgazione.
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