venerdì 10 aprile 2020

PENSIERI SULL?EDUCAZIONE: LOCKE
Assieme a Rousseau e Kant fu uno dei primi ad interessarsi al rapporto che intercorre tra l’individuo e la società. Locke sosteneva che il fine dell’educazione fosse l’inserimento nella società ed è necessario un’educazione individuale per ognuno con un proprio insegnante. Rousseau sosteneva invece che la società corrompe l’uomo che nello stato di natura sarebbe invece un buon selvaggio, per cui l’educando va escluso dalla società.
Anche Rousseau prevede un’educazione individualizzata. Kant invece assume una posizione intermedia: non definisce la società come buona o cattiva, ma dice che essa dipende dai rapporti con l’individuo, quindi una persona può cambiare la società.
Locke si incentrò sull’educazione per i giovani maschi di famiglia ricca, cioè i gentleman, che facevano parte dell’antica aristocrazia ma erano anche inseriti nella vita produttiva. Si tratta di un’educazione individualizzata, privata e basata sull’osservazione del bambino da parte del precettore che deve creare un percorso formativo a partire dalle attitudini e dalle capacità dell’allievo. È preferibile un’educazione privata perché nella scuola pubblica il bambino, pur imparando a rapportarsi con gli altri, diventa più rozzo e difficilmente gestibile. Al contrario con un precettore privato il bambino sarà più giusto e avrà un comportamento più nobile. Scopo del percorso formativo non è la conoscenza ma la costruzione di una personalità corretta per il gentleman. Il gentleman deve essere libero, cioè deve saper rinunciare agli appetiti e autodominarsi, attraverso la razionalità che è superiore alla passione e ai desideri.
Il modello educativo si basa su diversi principi:
- l’onore, il valore tipico dell’aristocrazia, che è collegato alla rispettabilità e che si ottiene attraverso il rispetto delle leggi umane, le leggi divine e l’opinione pubblica, cioè le consuetudini. Gli stimoli per giungere a ottenere l’onore non so i premi e le punizioni, che anche se sono importanti, sono sostituiti dall’amore per la stima e il timore della vergogna. Le punizioni di tipo esterno, quindi quelle corporali o le umiliazioni, creano solo dei caratteri timorosi da schiavi, non adatti al gentleman
- l’interiorizzazione reale dei principi che poi si trasferiscono nelle azioni esteriori
- l’esperienza e l’abitudine, che si forma attraverso la ripetizione e che porta all’interiorizzazione. il bambino deve ripetere continuamente quello che sa in modo da acquisire abilità e senso d responsabilità. Nell’esperienza è importante la liberà iniziativa dell’alunno. Inoltre il precettore deve suscitare in lui interesse e scegliere il momento giusto per gli insegnamenti.
- il dialogo, che è alla base dell’educazione. Attraverso il dialogo il bambino capisce l’importanza del sapere e memorizza concetti in modo permanente.

I contenuti dell’educazione sono differenti da quelli dell’educazione tradizionale, perché Locke voleva non tanto trasmettere conoscenze ma creare una personalità da gentleman. Esalta per i più piccoli il gioco, ma i materiali del gioco devono rappresentare cose piccole della vita quotidiana in modo da permettere in seguito di passare dal gioco al lavoro. Locke si distacca dalla mentalità del rinascimento esaltando il valore del lavoro, perché rafforza l’esercizio ed è salutare. Inoltre permette al futuro gentleman di crearsi un’identità, per cui il lavoro è antropogeno, e di conoscere abbastanza a fondo delle attività che in futuro potrebbe dirigere.
Pone particolare attenzione all'insegnamento del francese,, dopo l'inglese, più che del latino e del greco: il francese è infatti una lingua viva e molto usata, oltre che nobile ed aulica. Il latino andrà imparato solo in seguito alla completa conoscenza del francese, e solo dalle classi più elevate, poiché sono le uniche ad usarlo.


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